VITTORIO BOTTI
Vittorio Botti è stato un gentiluomo nel senso più vero del termine. Per quanto si possa dir bene di lui difficilmente si riuscirà a rendere ragione del suo valore e del suo impegno, cristiano e civile, con cui ha servito, in umiltà, la nostra città. Servizi che ha sempre reso con garbo, ironia e una grande capacità di stemperare le tensioni. Ha servito la nostra città con l’impegno politico, è stato consigliere comunale, con il generoso impegno in parrocchia e, soprattutto, nella scuola. Prima come insegnante e in seguito come preside. Vittorio ha amato la scuola, i ragazzi e la nostra cultura. Basterà dire che in tempi in cui la scuola combatteva o ignorava il dialetto lui aveva iniziato ad insegnarlo ai ragazzi. Aveva capito il suo valore e quello delle nostre tradizioni. Non stupisce perciò che Botti sia stato uno dei fondatori dell’Associazione culturale “Parma Nostra”, di cui è sempre stato vicepresidente, che si prefiggeva lo scopo di salvaguardare e tramandare la nostra cultura. Ed è stato in questa associazione che l’ho conosciuto e frequentato specialmente in occasione della stesura annuale e della revisione del “Lunario Parmigiano”. Nella redazione del “Lunario” il suo ruolo più specifico era quello di correttore del dialetto. Con pazienza lo ha insegnato anche a me. Erano belle quelle serate nelle quali scherzi e battute non mancavano. Da oltretorrentino doc quale era, era stato presidente di “Ragas äd borogh Bartàn”, aveva la pronuncia più stretta della mia e scherzosamente gli dicevo che la sua era una pronuncia da “Capanón”. Lui controbatteva che la mia era una pronuncia da “paizàn”. Vittorio si era brillantemente laureato in ingegneria in tempo di guerra e siccome, all’epoca, sua nonna conduceva un negozio di alimentari, lo canzonavamo dicendogli che la sua era una laurea che “sapeva” anche di prosciutto. Vittorio ha regalato per anni, a tanti amici, bellissime serate nelle quali , armato di chitarra, cantava e faceva cantare le canzoni parmigiane serie o divertenti nonché canzoni melodiche di varie epoche. Altro suo fiore all’occhiello è il “Corso di dialetto parmigiano” pubblicato a puntate dalla Gazzetta di Parma e stampato in due libri che trattano cose di Parma. In questo breve ricordo ho parlato soprattutto del Botti “dialettologo” perché è il lato della sua personalità che ho conosciuto meglio ma Vittorio Botti è stato anche molto altro. La sua amicizia mancherà a molte persone.
Giuseppe Mezzadri