Corali e gruppi

 

Non si parlerà mai bene abbastanza delle corali e, ovviamente, di chi le dirige. La musica è un importante elemento formativo e, il canto corale, lo è in modo particolare perché oltre agli obiettivi prettamente musicali, educa alla socialità, alla responsabilità e favorisce l’amicizia.

Se torniamo indietro nel tempo, ma non poi di tantissimo, scopriamo che i nostri vecchi cantavano spesso e volentieri. Si cantava nelle osterie come ci ricorda anche Pezzani nella famosa poesia “I dan l’Otello” che recita: “Genta che se na sira te stè föra e ‘t vè zo ‘d bor’gh, o in-t-n’ostaria, at la sent cantär l’Otello, al Rigolett, Fedora…” Si cantava nei campi durante la vendemmia o la raccolta dei pomodori. Famosi sono i canti delle mondine. Il canto aiutava a far passare il tempo e sopportare meglio la fatica. Nelle chiese, in occasione delle feste importanti, si cantava la Messa, la famosa “Mèssa cantäda”. Era un orgoglio partecipare al coro che faceva prove su prove per fare bella figura il giorno della festa. C’era anche l’espressione “Vestì da mèssa cantäda” per indicare vestito elegante.

Le corali, tra Parma e provincia sono parecchie.Ho avuto l’opportunità di conoscere e stimare, in particolare, tre corali e le loro direttrici e di queste voglio dare un cenno.

LE CORALI DI BENIAMINA CARRETTA

CORO “CUATOR STAGIO’N”

CORO “RENZO PEZZANI”

CORALE “G.VERDI PARMA”