Parma e il Lambrusco

II mio primo incontro col Lambrusco avvenne a Milano, nell’aprile del 1915. Avevo sedici anni. Ero appena tornato dal fronte francese e, ancora vestito dell’uniforme di volontario garibaldino delle Argonne, mi trovavo di passaggio a Milano con alcuni compagni della Legione. Una sera il Comitato interventista milanese ci invitò ad un rinfresco in nostro onore. Dopo l’amichevole riunione, Filippo Corridoni ci condusse in una osteria presso Piazza Fontana, dove ci offrì alcune bottiglie di Lambrusco. Corridoni alzò il bicchiere e disse: “Il Lambrusco è il vino più garibaldino del mondo”.

Il Lambrusco non solo è il vino più garibaldino del mondo, come ebbe a dire Filippo Corridoni, ma il più generoso, il più umano, il più libero, il più italiano fra tutti i vini italiani. La musica di Giuseppe Verdi è colma di Lambrusco fino all’orlo. In tutta la Chartreuse de Parme di Stendhal scorre una vermiglia, frizzante vena di Lambrusco”.

(Tratto da un inedito di C. Malaparte)